La geologia in Italia e la logica della clessidra

La geologia in Italia e la logica della clessidra

Riflessioni sulla fragilità e sull’evoluzione del nostro territorio: granelli in una clessidra

La logica della clessidra

In geologia, la progressiva diffusione della consapevolezza della pericolosità, della vulnerabilità, del rischio e quindi in ultimo del danno atteso, in termini di vite umane e di beni materiali che ne accompagnano (o meno) la qualità, può essere aiutata da una metafora: quella della clessidra.

È solo questione di tempo. La fragilità e l’evoluzione del territorio in cui scorrono molte nostre vite può essere esemplificata dalla caduta dei granelli nella strozzatura del vetro. Non necessariamente conosciamo in quanto tempo la clessidra si svuota, ma, inesorabilmente, si svuota.

Possono aiutarci, nella valutazione di questo tempo, concetti statistici che tanto si usano in geologia quali il tempo di ritorno. Ma se abitiamo in questo Paese, salvo doverose ed ampie eccezioni, presto o tardi dobbiamo essere preparati ad affrontare un terremoto, una piena, una frana, una valanga, un’eruzione vulcanica, un crollo di cavità carsiche sconosciute.

Le possibilità di salvaguardia delle vite e dei beni materiali dipenderanno dalla consapevolezza delle responsabilità: di chi traccia la linea di prevenzione (la politica, suggerita dagli Enti di ricerca e professionisti), di chi la applica e diffonde capillarmente (gli amministratori), di chi ne cura la modalità di esecuzione (il funzionario, il tecnico).

Tracce della logica della clessidra nel sisma che ha messo in ginocchio Accumoli, Amatrice ed Arquata del Tronto.

Nel sisma al confine umbro-laziale-marchigiano, fermo restando l’encomio per i volontari e i soccorritori, e in attesa degli accertamenti di rito delle responsabilità, armati di buono spirito troviamo tracce vive della “logica della clessidra”: i piani di microzonazione sismica approvati, la conoscenza della geologia del contesto e dei meccanismi di movimento delle faglie; non altrettanto purtroppo si può dire dei piani di protezione civile predisposti da alcuni comuni martoriati.

Al lavoro, dunque! Mentre scriviamo, altri granuli sono scesi nella clessidra.

Utilizziamo al meglio gli strumenti di cui disponiamo, sollecitiamo governanti ed amministratori (regionali, locali) ad accelerare l’azione di prevenzione, diffondiamo a piene mani l’urgenza della mitigazione del danno atteso.